Generazione Z e lavoro: flessibilità e benessere mentale al centro del nuovo paradigma professionale
In questo articolo parliamo di…
- La Generazione Z considera il benessere mentale non negoziabile. Politiche aziendali che rispettano il tempo libero, incentivano l’uso delle ferie e offrono supporto psicologico sono ormai imprescindibili per attrarre e trattenere i giovani talenti.
- La Generazione Z apprezza modelli di lavoro ibridi e orari personalizzati. Le aziende che investono in modalità flessibili guadagnano in attrattiva e produttività, dimostrando rispetto e fiducia verso i propri dipendenti.
- L’automazione dei processi di gestione del personale, come turni e ferie, non è solo un’opzione, ma una necessità per migliorare l’organizzazione e prevenire stress e burnout.
Cambiano le regole del gioco: non basta offrire uno stipendio, servono inclusività, rispetto e un equilibrio tra vita privata e professionale
Un ufficio dove la scrivania è solo un’opzione tra le tante, le riunioni sono incontri e confronti che creano valore e aiutano a crescere e il benessere mentale è importante quanto la produttività:
questo è lo scenario verso cui si sta muovendo il mondo del lavoro, guidato dalla Generazione Z. Non si tratta di un semplice aggiustamento, ma di una rivoluzione che ridefinisce priorità e aspettative.
Se per i Baby Boomer il lavoro era una responsabilità imprescindibile e per i Millennial un mezzo per realizzare se stessi, per la Generazione Z il concetto cambia radicalmente: il lavoro diventa una componente della vita, non il suo fulcro centrale.
I giovani della Gen Z non si definiscono più con il lavoro che fanno, ma la loro professione è solo un’appendice, un’attività che non li connota come esseri umani.
Per cui: “faccio l’impiegato”, non “sono un impiegato”. Può sembrare una sfumatura semantica, un vezzo linguistico, ma in realtà, dietro questo cambio di paradigma, si nasconde molto di più.
Ecco, se pensi che questa sia solo sociologia, sei fuori strada: il mondo del lavoro non è impermeabile a tutto ciò, si evolve e cambia con la società. Ma prima di iniziare a capire in che modo, è meglio specificare che cosa comunemente si intende per Gen Z.
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La Generazione Z: chi sono e cosa vogliono?
Nata tra il 1997 e il 2012, la Generazione Z è la prima generazione a essere cresciuta in un mondo completamente digitale. Per loro, lo smartphone è un’estensione naturale del corpo, i social media sono il luogo delle relazioni e l’autenticità è una valuta preziosa.
Questa mentalità si riflette anche sul lavoro: non cercano solo uno stipendio, ma un equilibrio tra vita privata e professionale, un ambiente inclusivo e una cultura aziendale che valorizzi il benessere fisico e psicologico.
Secondo un recente studio del World Economic Forum, entro il 2025 la Generazione Z rappresenterà il 27% della forza lavoro nei paesi OCSE, per cui la questione non è affatto trascurabile.
Questo gruppo porta con sé una visione del lavoro che sfida le convenzioni: non si identificano con il proprio ruolo professionale, vogliono essere ascoltati e cercano opportunità di crescita che non sacrifichino la loro salute mentale. E le aziende questo non possono più ignorarlo.
Flessibilità: un caposaldo del mondo del lavoro contemporaneo
La pandemia ha accelerato un cambiamento già in atto: la flessibilità è diventata una priorità.
Per la Gen Z, la possibilità di lavorare in modalità ibrida o da remoto non è solo una comodità, ma una necessità. Un sondaggio recente ha rivelato che il 56% dei giovani lavoratori preferisce un modello di lavoro flessibile, che consenta loro di organizzare il tempo in modo autonomo.
La flessibilità non riguarda solo il luogo di lavoro, ma anche gli orari.
Le aziende che offrono settimane lavorative più brevi, orari personalizzati e la possibilità di prendersi pause per ricaricarsi sono percepite come più attrattive. Per i membri della Gen Z, il tempo dunque è una risorsa preziosa, e la capacità di gestirlo liberamente è un segno di rispetto e fiducia da parte del datore di lavoro.
Benessere mentale: una priorità irrinunciabile
La salute mentale è un tema centrale per la Generazione Z.
Cresciuti in un’epoca di crisi economiche, emergenze climatiche e pandemie globali, i giovani lavoratori sono consapevoli dell’importanza di preservare il proprio equilibrio psicologico.
Un sondaggio di Deloitte ha rivelato che il 49% dei membri della Generazione Z ha sperimentato episodi di ansia o burnout legati al lavoro.
Non si tratta solo di stress da carichi eccessivi, ma di un ambiente lavorativo che spesso non considera il benessere mentale una priorità. Molti giovani ritengono che le aziende non facciano abbastanza per creare una cultura del lavoro in cui lo stress sia riconosciuto e affrontato apertamente.
Per questo, politiche di supporto psicologico, come consulenze gratuite o giorni dedicati alla salute mentale, sono ormai imprescindibili per attirare e trattenere i talenti.
Un nuovo rapporto con il lavoro: la produttività senza il benessere non serve
Se per le generazioni precedenti il lavoro era una componente fondamentale della propria immagine sociale, per i giovani di oggi è solo uno strumento per raggiungere obiettivi più ampi. Questo cambio di prospettiva ha portato a una maggiore consapevolezza dei propri diritti e dei propri limiti.
Ad esempio, molti giovani lavoratori non sono disposti a fare straordinari senza riconoscimenti adeguati e non esitano a lasciare un’azienda che non rispetta i propri valori. Questo atteggiamento viene spesso criticato dalle generazioni più anziane come segno di poca dedizione, ma è in realtà il riflesso di una cultura che dà priorità al rispetto di sé.
Non è un caso quindi che le ragazze e i ragazzi della Gen Z siano i più propensi a cambiare occupazione: pensa che il 60% di loro è pronto a cambiare occupazione entro un anno, senza nessun problema, evidenziando come sia scarso il loro senso di appartenenza al luogo di lavoro.
I benefit non ingannano più: ciò che conta davvero
Se in passato i benefit aziendali come sale giochi, happy hour e mense gratuite erano visti come grandi attrattive, oggi la Gen Z li considera secondari rispetto a retribuzioni eque e condizioni lavorative rispettose, come si può leggere in questo articolo de Il Corriere della Sera.
Ciò non significa che i benefit siano irrilevanti, ma che devono rispecchiare le reali esigenze dei lavoratori. Ad esempio, programmi di mentorship, accesso a corsi di formazione, supporto per la salute mentale e attenzione all’inclusività, sono molto più apprezzati rispetto a benefit considerati frivoli e superficiali.
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Il futuro del lavoro secondo la Generazione Z
Per la Gen Z, quindi, il confine tra lavoro e vita personale è indispensabile per il proprio benessere psico-fisico.
A differenza dei loro predecessori, per i quali il lavoro rappresentava identità e realizzazione, i giovani di oggi vedono nella salute mentale un valore irrinunciabile.
Questa generazione chiede alle aziende di rispettare il tempo libero, limitare gli straordinari e incentivare l’utilizzo delle ferie. E non è un capriccio: è una necessità per mantenere equilibrio psicologico e produttività.
Quando un’azienda supporta queste esigenze, i risultati sono evidenti: dipendenti motivati, sereni e concentrati non solo lavorano meglio, ma restano fedeli all’organizzazione. Ma raggiungere questo obiettivo richiede strumenti adeguati che semplifichino la gestione del personale e garantiscano trasparenza.
Ottimizzare e automatizzare la gestione dei turni, delle ferie e dei carichi di lavoro, in questo senso, si rivela una strada obbligata per le aziende che vogliono essere competitive e attrattive per le nuove generazioni.
Tali sistemi per la gestione del personale non si limitano a ridurre la burocrazia: trasformano il modo tradizionale di lavorare, assicurando che i dipendenti non siano sovraccaricati e che ogni aspetto organizzativo sia chiaro e trasparente.
Si tratta di strumenti avanzati che migliorano l’esperienza lavorativa complessiva, rafforzano la fiducia dei dipendenti e prevengono situazioni di stress e burnout, gettando le basi per un ambiente sano e produttivo.
Tra queste soluzioni, Qipo si distingue per la sua capacità di semplificare i processi e ottimizzare i flussi di lavoro. Non si tratta di un semplice software, ma di un partner strategico per aziende che vogliono valorizzare il capitale umano. Qipo automatizza la gestione di ferie, dei turni e delle presenze, eliminando il caos organizzativo e liberando tempo per concentrarsi su obiettivi più importanti.
Bio dell’autore
Mi chiamo Gianluca Ruggiero e sono HR Manager di una multinazionale italiana operante nella progettazione e produzione dei cablaggi per il settore Automotive. Mi sono laureato in Psicologia del Lavoro nel 2017 presso l’Università degli Studi di Torino e, fin dalle prime esperienze lavorative, mi sono occupato di Recruiting, Formazione, Sviluppo e Gestione del Personale. Ho collaborato all’interno di svariati contesti appartenenti al mondo della Consulenza, dell’Automotive e della Sanità, gestendo le attività HR sia per importanti multinazionali sia per start up in via di sviluppo.
La Generazione Z e il lavoro: Domande & Risposte
Quali sono le priorità della Generazione Z nel mondo del lavoro?
La Generazione Z dà priorità al benessere mentale, alla flessibilità lavorativa e a un equilibrio sano tra vita privata e professionale. Ritengono fondamentali politiche aziendali che rispettino il tempo libero, offrano opportunità di crescita e promuovano inclusività e autenticità sul luogo di lavoro.
Perché la flessibilità è così importante per la Generazione Z?
La flessibilità è vista come una necessità dalla Generazione Z, che preferisce modelli di lavoro ibridi o da remoto. Questa generazione apprezza orari personalizzati e settimane lavorative ridotte, vedendo nella gestione autonoma del tempo un segno di rispetto e fiducia da parte dei datori di lavoro.
Come possono le aziende supportare il benessere mentale dei dipendenti?
Le aziende possono supportare il benessere mentale dei dipendenti implementando politiche di supporto psicologico, come consulenze gratuite, giorni dedicati alla salute mentale e strumenti di monitoraggio per prevenire il burnout. L’adozione di piattaforme avanzate per automatizzare la gestione del personale, come Qipo, contribuisce a creare un ambiente di lavoro più sano e produttivo.