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Licenziamento automatico per assenze ingiustificate: la svolta introdotta dalla nuova legge

Licenziamento automatico per assenze ingiustificate la svolta introdotta dalla nuova legge | Qipo
22 Gennaio 2025

In questo articolo si parla di…

  • Con la Legge 13 dicembre 2024, n. 203, il licenziamento per assenze ingiustificate diventa un processo più rapido e snello. Superata la soglia dei 15 giorni (o il limite stabilito dal CCNL), il datore di lavoro può attivare la risoluzione automatica, evitando le lunghe procedure disciplinari del passato.
  • La normativa affida all’INL il compito di verificare la legittimità del licenziamento. Dopo la segnalazione da parte del datore di lavoro, l’Ispettorato ha 30 giorni per indagare, raccogliere prove e decidere se confermare o annullare la risoluzione del contratto. Questo passaggio tutela i lavoratori da licenziamenti ingiusti, garantendo un controllo sulle cause dell’assenza.
  • Il licenziamento per assenze ingiustificate comporta la perdita dell’indennità di disoccupazione (NASpI), a meno che il lavoratore non dimostri che l’assenza sia dipesa da cause di forza maggiore o da responsabilità del datore di lavoro.

La Legge 13 dicembre 2024, n. 203 semplifica le procedure di risoluzione del rapporto di lavoro per chi si assenta senza giustificazione, modificando profondamente le dinamiche aziendali

Hai presente quella sensazione di impotenza che si prova quando un’assenza improvvisa mina l’organizzazione del lavoro? Magari un dipendente non si presenta, senza preavviso, lasciando un vuoto incolmabile nel team e nel planning.

Fino a ieri, gestire queste situazioni significava destreggiarsi tra procedure complesse e lunghe negoziazioni, con un dispendio di tempo e risorse che spesso metteva a dura prova anche le strutture più solide.

Oggi, lo scenario è cambiato radicalmente. Il legislatore, con un intervento deciso, ha introdotto un meccanismo di risoluzione del rapporto di lavoro che, se da un lato semplifica le procedure, dall’altro richiede un’attenzione ancora maggiore da parte del dipartimento HR: il licenziamento automatico per assenze ingiustificate.

Non è un allarme, ma una lucida analisi di una realtà nuova che impone un cambio di passo. In questo articolo, ti guiderò attraverso i meandri della nuova normativa, esplorando ogni aspetto del meccanismo, dai nuovi obblighi alle tutele previste, per consentirti di gestire le assenze con maggiore consapevolezza ed efficacia. Preparati a un viaggio nel cuore della legge, una bussola per orientarti nel nuovo panorama della gestione delle assenze.

Leggi anche: Gestione delle assenze: guida pratica per responsabili HR

Un terremoto legislativo: addio alle lunghe procedure

Fino a poco tempo fa, affrontare un’assenza ingiustificata di un dipendente era come attraversare una palude: un percorso lento, tortuoso e pieno di insidie. Il datore di lavoro doveva avviare un procedimento disciplinare, contestare l’assenza, concedere al lavoratore un termine per giustificarsi e, solo dopo un’attenta valutazione, poteva decidere se procedere o meno con il licenziamento.

Con l’introduzione della Legge 13 dicembre 2024, n. 203, il cosiddetto “Collegato Lavoro”, il legislatore ha deciso di tagliare corto, come un chirurgo che elimina il superfluo per andare dritto al cuore del problema. L’obiettivo dichiarato è quello di semplificare le procedure, rendere più rapida la risoluzione dei casi di assenza ingiustificata e, per così dire, dare una “sveglia” ai lavoratori che pensavano di poter gestire le proprie assenze con troppa leggerezza, approfittando delle lungaggini burocratiche.

Una lavoratrice da casa cerca documentazione dal suo laptop seduta al divano | Qipo

Il cuore del sistema: la risoluzione automatica del rapporto

Il vero fulcro della nuova disciplina è la “risoluzione automatica” del rapporto di lavoro. Questo termine, per quanto tecnico, non deve trarre in inganno: non si tratta di una semplice cancellazione dalla lista dei dipendenti, ma di un processo preciso, scandito da una serie di passaggi obbligatori.

Ecco come funziona: se un dipendente si assenta dal lavoro senza una valida giustificazione per un periodo che supera quello stabilito dal suo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), o, in mancanza di indicazioni specifiche, per più di 15 giorni, il suo datore di lavoro ha il diritto di attivare la procedura.

La soglia di 15 giorni non è un termine casuale: il legislatore ha voluto dare un segnale chiaro di fermezza, stabilendo un limite oltre il quale l’assenza viene considerata una violazione grave del contratto di lavoro. Ma attenzione, perché il CCNL potrebbe stabilire un termine diverso, magari più breve: ecco perché è fondamentale conoscere a fondo ogni contratto di lavoro.

Comunicazione via PEC: l’avvio della procedura

Una volta superata la soglia critica, il datore di lavoro ha un obbligo preciso: comunicare l’assenza all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL). Questa comunicazione non è una semplice formalità, ma il vero e proprio “start” della procedura. La comunicazione deve avvenire tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), uno strumento che garantisce la certezza della data e dell’avvenuta ricezione del messaggio.

Questo dettaglio non è secondario: la PEC è come una raccomandata con ricevuta di ritorno, un mezzo che certifica che l’avviso è stato correttamente inviato e ricevuto. La comunicazione all’INL deve contenere una serie di informazioni essenziali, tra cui: i dati anagrafici, il periodo di assenza, la qualifica e l’indicazione che si tratta di un’assenza ingiustificata.

Pensa a questa comunicazione come alla presentazione di un atto che avvia la procedura: un documento che avvia un’indagine e che pone le basi per la decisione finale.

L’INL in azione: l’indagine sulla tua assenza

Una volta ricevuta la comunicazione, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) entra in scena come un vero e proprio investigatore. Il suo compito è quello di accertare la veridicità della comunicazione del datore di lavoro e verificare se l’assenza è effettivamente ingiustificata.

L’INL ha 30 giorni di tempo per svolgere le sue indagini, un termine perentorio che garantisce la celerità della procedura. Durante questo periodo, l’Ispettorato può contattarti direttamente, chiedendoti spiegazioni sull’assenza, può sentire i tuoi colleghi, i tuoi superiori o altre persone che possono fornire informazioni utili.

L’Ispettorato, quindi, proprio come un detective raccoglie indizi, verifica le versioni e cerca di ricostruire i fatti. Se, al termine delle indagini, l’INL conferma che l’assenza è ingiustificata, il rapporto di lavoro si considera automaticamente risolto.

Ma se, al contrario, emerge che la tua assenza è stata causata da motivi di forza maggiore o da fatti imputabili al datore di lavoro, l’INL può annullare la decisione e ripristinare il rapporto di lavoro.

Lavoratrici serene sorridenti parlano durante una pausa | Qipo

L’incubo della NASpI: una montagna da scalare

L’aspetto più insidioso della nuova disciplina è l’impatto sull’accesso all’indennità di disoccupazione (NASpI). La legge, infatti, stabilisce un collegamento diretto tra la causa della cessazione del rapporto di lavoro e la possibilità di ottenere la NASpI.

In parole povere: se il rapporto di lavoro viene risolto a causa di un’assenza ingiustificata, non si potrà accedere alla NASpI, a meno che il lavoratore interessato non riesca a dimostrare, in modo inequivocabile, che la sua assenza è stata causata da forza maggiore o da fatti imputabili al datore di lavoro.

La forza maggiore può essere un evento imprevisto e incontrollabile, come un grave incidente, un ricovero ospedaliero urgente o una calamità naturale.

I fatti imputabili al datore di lavoro possono essere, ad esempio, un mancato pagamento dello stipendio, il mobbing, molestie o altre violazioni dei tuoi diritti.

La prova, in questi casi, è totalmente a carico del lavoratore che deve essere in grado di dimostrare, con documenti e testimonianze, che la sua assenza non è stata una scelta o un capriccio, ma una conseguenza di eventi fuori dal suo controllo.

Le strategie di difesa del lavoratore

Ora che hai compreso la portata delle nuove disposizioni, è naturale chiedersi come ci si può difendere in caso di difficoltà. Nel caso in cui un dipendente si trovi nell’impossibilità di comunicare la propria assenza al datore di lavoro, la prima azione consigliabile è la raccolta di tutta la documentazione rilevante.

Ciò può includere, ad esempio, referti medici, comunicazioni via email o messaggistica, fotografie, e qualsiasi altro elemento di prova che possa comprovare che l’assenza è stata determinata da eventi imprevisti o da situazioni ingiuste.

Una volta che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) avvia le verifiche, il dipendente ha il diritto di esporre le proprie ragioni e presentare le prove a supporto. È fondamentale che il lavoratore sia consapevole della possibilità di far valere le proprie ragioni, in quanto la legge tutela le situazioni di buona fede.

Nel caso in cui l’INL riscontri irregolarità da parte del datore di lavoro, come ad esempio il mancato pagamento delle retribuzioni, l’Ispettorato ha la facoltà di riqualificare la risoluzione del rapporto di lavoro in dimissioni per giusta causa. Questa decisione può comportare l’accesso alla NASpI (Indennità di disoccupazione) e ad altri benefici previsti dalla legge.

Leggi anche: Normativa GDPR sui dipendenti: linee guida per una corretta implementazione

Qipo: la bussola per orientarsi nel labirinto del lavoro

Le nuove disposizioni sulle assenze ingiustificate hanno cambiato per sempre il panorama del lavoro, introducendo una dinamica che non perdona la leggerezza e la disattenzione.

La conoscenza della legge, l’attenzione ai propri diritti e la responsabilità nel gestire le assenze sono le tue migliori armi per evitare spiacevoli sorprese. Non lasciare che una semplice distrazione si trasformi in un problema difficile da risolvere: informati, agisci con responsabilità e sfrutta gli strumenti che la tecnologia mette a tua disposizione.

Qipo è uno di questi strumenti: un software pensato per semplificare la gestione del personale, ottimizzare i processi e ridurre il rischio di errori.

Qipo ti permette di gestire le assenze, le ferie e i permessi dei tuoi dipendenti in modo rapido e intuitivo, tenere traccia delle comunicazioni, generare report dettagliati e rimanere sempre aggiornato sulle ultime novità legislative.

Con Qipo, il luogo di lavoro diventa un ambiente più efficiente, organizzato e sicuro, dove i diritti di tutti sono tutelati e i rischi sono ridotti al minimo.

Perciò, se vuoi vivere il lavoro con più serenità e consapevolezza, non esitare oltre: prova gratuitamente Qipo, la tua bussola nel labirinto del mondo del lavoro!


Licenziamento automatico per assenze ingiustificate – Novità legislative : Domande & Risposte

Cos’è il licenziamento automatico per assenze ingiustificate?

Il licenziamento automatico per assenze ingiustificate è un meccanismo introdotto dalla Legge 13 dicembre 2024, n. 203, che semplifica la procedura di risoluzione del rapporto di lavoro per i dipendenti che si assentano senza giustificazione per un periodo superiore a quello stabilito dal CCNL, o, in assenza di tale indicazione, per più di 15 giorni.

Quali sono i passaggi per attivare la procedura di licenziamento automatico?

Il datore di lavoro deve prima comunicare l’assenza ingiustificata all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) tramite PEC. L’INL ha 30 giorni per verificare la legittimità del licenziamento. Se l’assenza è confermata come ingiustificata, il rapporto di lavoro viene automaticamente risolto.

Quali sono le conseguenze del licenziamento per assenze ingiustificate?

Il lavoratore licenziato per assenza ingiustificata non ha diritto all’indennità di disoccupazione NASpI, a meno che non dimostri che l’assenza è stata causata da un evento di forza maggiore o da violazioni del datore di lavoro, come mancato pagamento dello stipendio o situazioni di mobbing.